Benvenuti al secondo appuntamento di “In giro con Marta”! Questa volta, sempre con lo spirito di conoscere i dintorni del campeggio, ho pensato di fare un “salto nella preistoria” e portarvi alla Domus de Janas e al protonuraghe ai piedi di Monte Ferru.
Domus de Janas e Protonuraghe di “Costa sa Perdera” a Monte Ferru
Foto 1
INFORMAZIONI UTILI
Difficoltà: Adatta anche ai bambini
Distanza dal Camping Capo Ferrato: 8 km circa
Percorso: 2 Km
Durata stimata: 1 ora
Abbigliamento: Scarpe da trekking
Punto di partenza: Parcheggio al Villaggio di Capo Ferrato
Per questo percorso vi indico diversi punti di riferimento (foto 1), perché il sentiero non è difficile, ma la scoperta dei vari angoli nascosti ha bisogno di qualche indicazione in più!
Innanzi tutto bisogna arrivare a Capo Ferrato (a circa 8 km dal campeggio), ai piedi del Monte Ferru l’antico vulcano che chiude la parte nord di Costa Rei (quella montagna che dal Camping si vede a sinistra con il ripetitore bianco, per intenderci). La Domus si chiama Costa Sa Perdera: è un posto bellissimo che ho visitato varie volte sia al mattino che al tramonto e devo dire che con qualsiasi luce mi entusiasma!
Non sapete cosa sia una Domus de Janas? Nonostante le numerose leggende legate al loro nome, che letteralmente significa “Case delle Fate”, si tratta di tombe ipogeiche risalenti alla prima metà del IV millennio a.C.: pensate che queste affascinanti sepolture, in alcuni casi simili a piccole grotte, erano appunto scavate nella roccia e dal momento che i metalli non facevano ancora parte della vita dell’uomo, venivano pazientemente ricavate con strumenti di pietra… proprio così scavavano pietra contro pietra!
Questo perchè le genti preistoriche credevano nel culto della Dea Madre (conosciuta anche come Madre Terra) e ritenevano che la morte fosse come un tornare alla vita nel grembo materno e la roccia rappresentava proprio questo… quindi immaginate che importanza potessero avere per l’uomo preistorico le Domus de Janas!
Foto 2 e 3
Allora… partiamo!
Arrivati a Capo Ferrato, svoltate verso il villaggio e parcheggiate l’auto all’inizio del sentiero (foto n.2 e 3) oppure se arrivate in bicicletta potete anche proseguire sulla strada sterrata fino al cancello e alle scalette che delimitano l’area (foto n.4).
Foto 4
Una volta dentro, esattamente di fronte è segnalato l’inizio del percorso che conduce alla cima di Monte Ferru. Seguendo il sentiero, semplicissimo e ben tracciato, percorriamo circa 200 metri e sulla destra troviamo una bellissima pavimentazione rocciosa (foto n.5) e un cartello che ci indica il punto per raggiungere la domus (foto n.6). Scavalchiamo la bassa rete e scendiamo con attenzione verso sinistra (foto n.7) e finalmente troviamo la Domus de Janas (foto n.8 e 9)!
Potete vedere il mio entusiasmo nell’esplorare la domus (foto n.10 e 11)! Potete avventurarvi anche voi nell’antecella e anche entrare nelle due celle interne, non c’è nessun pericolo se non quello di sporcarsi! Ricordatevi di portare una piccola torcia, sarà utilissima sia che vogliate esplorarla, sia che preferiate non entrare (foto n. 12)! Il secondo foro che vedete dall’esterno non faceva parte della struttura originale della domus, è molto più recente ed è dovuto all’erosione del tempo nella tenera roccia vulcanica del monte.
Foto 13
Lasciata la domus torniamo indietro e ci accorgiamo di come tutta l’area rocciosa abbia le sembianze di una cava (foto n.13) anche se non ho trovato documentazione al riguardo.
Torniamo al cartello e stavolta proseguiamo seguendo le direzioni per Monte Ferru e arriviamo ad uno svincolo non segnalato (importante fate caso alle due rocce nella foto n. 14 per non sbagliarvi): attenzione perchè a destra prosegue il sentiero verso la cima di Monte Ferru (un’escursione bellissima e un percorso che vi racconterò in un altro giro), mentre noi dobbiamo andare a sinistra verso un piccolo viottolo in direzione nord-ovest e arriviamo così al protonuraghe!
Non fatevi ingannare dalle fattezze del primo rudere di forma quadrangolare che trovate, si tratta sicuramente di un edificio di epoca successiva, probabilmente medievale (foto n. 15).
Ecco finalmente il “salto nel tempo” di cui vi parlavo inizialmente! Ci troviamo sempre nella preistoria ma quello che ci ritroviamo sulla sinistra è un cosidetto protonuraghe, un nuraghe arcaico insomma, costruito prima del periodo di pieno splendore della civiltà nuragica. Dovete sapere, infatti, che sono stati necessari alcuni secoli per affinare la tecnica di costruzione e raggiungere la forma tronco-conica tipica dei nuraghe “classici” che conosciamo (li avrete visti sicuramente anche voi, e se così non fosse quando sarete in campeggio, vi indirizzo io per rimediare ;-))
Il protonuraghe “Costa Sa Perdera” ha una pianta circolare e salta agli occhi di chiunque che sia costruito con lo stesso tipo di roccia del Monte Ferru. Purtroppo lo stato di conservazione è pessimo, molte parti sono franate, ma ci si può salire sopra (foto n. 16) e ci si rende conto di come fosse strutturata la camera e di come la posizione in collina sia stata scelta per dominare il territorio sottostante. Facendo attenzione ai rovi e alla macchia mediterranea che si è impossessata del complesso proseguiamo l’esplorazione…
Foto 17 e 18
Quello che ci stupisce sono due rocce particolari, completamente diverse dalle altre (foto n. 17 e 18)! All’apparenza sembrano solo rocce più scure, in realtà hanno tracce di scorie metalliche e ci svelano che qui avveniva una notevole attività fusoria primaria. Infatti, con il passare dei secoli, in epoca nuragica quindi, potrebbero essere state utilizzate come forno fusorio. I nuragici estraevano a basse temperature ferro, piombo, zinco e rame dai minerali provenienti dai ricchi giacimenti superficiali!
Per tornare al punto di partenza seguite il percorso in senso contrario.
Monte Ferru ha una grande prerogativa: quella di farci ammirare bellissimi panorami, stupirci con i colori rosso-arancio delle sue rocce e incuriosirci facendoci fare avvincenti salti nel tempo attraverso i millenni che hanno portato l’uomo a sceglierlo come sua dimora!
Molti di voi sapranno che la mia passione è l’archeologia, così, con questa roadbook ho cercato di trasmettervi le emozioni che luoghi così speciali, se giustamente valorizzati, possono regalare a tutti!
Per chi volesse approfondire, a fine pagina troverà una piccola bibliografia 😉
Alla prossima avventura!
Marta
Per informazioni
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